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Deep Fake Vol. 2: Come siamo passati da Gauguin a GauGAN

  • Immagine del redattore: Antonio
    Antonio
  • 25 mar 2019
  • Tempo di lettura: 4 min

Qualche settimana fa si discuteva di come alcune particolari forme di Intelligenza Artificiale fossero in grado di generare ex nihilo volti umani foto-realistici e verosimili. Ebbene, queste reti neurali e cioè le GAN (Generative Adversarial Networks) sono tornate brandendo tavolozza e pennello con l'intenzione di trasformarci tutti in provetti pittori iperrealisti. Come?


Gauguin

Autoritratto con Cristo giallo, 1890-1891.

Paul Gauguin nacque a Parigi, in Francia, nel 1848 da una famiglia di origine peruviana ostile al regime politico di Napoleone III. Esiliati, infatti, trascorsero 6 anni in America Latina per poi tornare in Francia alla morte del nonno paterno. Gauguin visse e morì da artista, secondo i tòpoi più canonici: lasciò la vita impiegatizia per darsi all'arte, esorcizzò i demoni di Van Gogh, espose all'ultima mostra del movimento impressionista, divenne poi simbolista e passò il resto della vita viaggiando fra le indie, Panama e le isole polinesiane. Fu proprio fra le Isole Marchesi della Polinesia francese che, malato di sifilide, morì poco più che cinquantenne dopo un breve periodo di prigionia a causa della sua polemica anti-colonialista. Di Gauguin ricordiamo il motto:

«Io chiudo i miei occhi per poter vedere».

Di Gauguin ricordiamo le opere come l'Autoritratto con Cristo Giallo, Due donne tahitiane sulla spiaggia, La Orana Maria o il celeberrimo Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?. La Polinesia è protagonista del post-impressionismo di Gauguin e protagoniste delle sue opere sono città come Thaiti e Hiva Oa assieme ai loro abitanti. Diceva Gauguin:

«L'enigma celato in fondo agli occhi infantili di una donna tahitiana è e rimane incomunicabile».

Ma di Gauguin ricordiamo soprattutto il nome. E no, non per il verso di Caparezza:

«Lui esaltato per aver incontrato Gauguin Tu esaltato per aver pippato cocaine».

GauGAN

Il progetto di nVidia che coinvolge Intelligenze Artificiali capaci di generare paesaggi foto-realistici a partire da semplici sketch si chiama infatti GauGAN. Si tratta di un gioco di parole, una crasi - che pronunciato in inglese rende forse di più - che mescola il nome di Gauguin con un particolare tipo di reti neurali dette GAN (Generative Adversarial Networks) di cui ho spiegato il funzionamento qui: https://antonionapoletano.wixsite.com/bananarepublic/blog/deep-fake-come-siamo-passati-dalla-computer-grafica-al-finto-porno-di-scarlett-johansson.

Per farla breve, si tratta di sistemi di reti neurali avversarie (e non reti neurali singole) in cui una rete neurale è deputata a generare inferenze e l'altra, di volta in volta, euristicamente, a validarle. Si tratta di una forma di deep learning che permette alla macchina, in maniera ricorsiva, di imparare. I sistemi vengono addestrati venendo esposti a training data, centinaia di migliaia di foto di paesaggi, sicché diventino poi in grado di riconoscere strutture che si ripetono come linea dell'orizzonte, nuvole, cieli, vallate ecc.

Una volta che la macchina è capace di riconoscere con un valore di certezza ottimale le suddette strutture diventa in grado di generarle. A questo punto è sufficiente che l'utente disegni, faccia un semplice sketch, di una linea dell'orizzonte e magari di un cielo azzurro, riempiendo rispettivamente gli spazi di verde e di azzurro per vedere l'Intelligenza Artificiale fare tutto il resto in tempo reale applicando texture e pattern foto-realistici.

Dimostrazione pratica di GauGAN in ambiente Linux.

Al momento GauGAN non è in grado di generare qualsivoglia tipo di paesaggio ma è solo questione di tempo e training data, nemmeno più di tanto potenza computazionale. Tuttavia i risultati sono già sbalorditivi. GauGAN è intelligente al punto di ricreare ombre, luci, riflessi, il rifrangere dell'acqua, la plumbea atmosfera della nebbia.


Impara l'arte e mettila da parte

Sì, alla fine la storia di Gauguin ve l'ho raccontata solo per fare lo splendido. O forse no. L'opera a me più cara di Gauguin - ed ecco la deformazione filosofica - è certamente Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo?

Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?, 1897.

Dopo quasi 3000 anni di filosofia e 4 o 5 secoli di scienza è assai difficile rispondere alle prime due domande nonostante abitino l'ambito della contingenza necessitata (perché ormai la nostra storia è avvenuta). Rispondere all'ultima domanda è invece pressoché impossibile proprio perché abita l'ambito della potenza, del virtuale, di ciò che potrà essere come non essere. Si rischierebbe di fare cattiva metafisica con questa - come direbbe Otto Neurath - "domanda senza risposta"; tuttavia la disposizione dell'essere umano è proprio quella di interrogarsi circa la dimensione del possibile. Perché se il tempo non esiste nella scienza comunque esiste nella nostra distorta percezione e nel nostro orientamento. Il futuro condiziona inevitabilmente il nostro presente e lo condiziona nell'aspettativa, nella speranza, come intuito e monumentalmente espresso dal filosofo marxista Ernst Bloch nel suo Il principio Speranza. E il futuro condiziona inevitabilmente il presente anche nella paura, nel timore che tutto finisca. Dall'Apocalisse di San Giovanni alle stupide dietrologie Maya sul 2012 passando per la narrazione della fine del mondo a causa dell'Antropocene e dunque della nostra incuria nell'abitare la terra, tutto (filosofia, teologia, scienza, antropologia, cultura pop ecc.) è accarezzato dalla paura del futuro. Quando poi ci imbattiamo nel fenomeno del deep fake, in GauGAN, in Intelligenze Artificiali che entro il 2024 potrebbero finanche "diventare più intelligenti di noi", che noi siamo il bambino sull'estrema destra, o l'anziana con la testa fra le mani all'estrema sinistra, o uno dei giovani adulti al centro del quadro, viene spontaneo chiedersi Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo?.

Non si possono tarpare le ali (o i neuroni artificiali) alla ricerca, alla conoscenza, alle scienze. Mai. Bisogna essere disposti a pagarne le conseguenze perché ad armare le navi abbiamo imparato dai naufragi: conosciamo sempre qualcosa, anche, forse il più delle volte a dire il vero, nella disgrazia. Fin quando ci sarà l'uomo, a inventare, a programmare, finanche a subire, la nostra prospettiva sarà antropocentrica ed anche l'eventuale estinzione paventata da pennivendoli e titolisti è un fatto antropocentrico. Ma non c'è da aver timore, siete sul blog di un epicureo, se un giorno non ci saremo più, non ci saranno più nemmeno le nostre tribolazioni.

C'est just la fin du monde.


Roba per nerd, perdigiorno e gente paziente:

[4] Il paper ufficiale del progetto GauGAN: https://arxiv.org/pdf/1903.07291.pdf

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