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Stimoli e reazioni: dai cani di Pavlov alla musica elettronica

  • Immagine del redattore: Antonio
    Antonio
  • 23 feb 2019
  • Tempo di lettura: 8 min

Ci sono due storie che inconsapevolmente si intrecciano: la storia della psicologia e la storia della musica elettronica. Per esplicitare questa relazione bisogna parlare di cani (non la band), del fatto che l'anima non conta (il comportamentismo, non gli Zen Circus) e del folle progetto musicale del visionario compositore, musicista e inventore statunitense Raymond Scott.


ATTO I

Cani, topi, uomini

Pavlov aveva un cane, anzi più d'uno. E no, Ivan Petrovič Pavlov non era un cinofilo e non andava intasando le bacheche degli amici di Facebook ammorbandoli con frasi tipo "i cani sono meglio delle persone". Non tanto perché agli inizi del Novecento non esistesse Facebook quanto perché si parla di un fisiologo, di un etologo nonché di uno fra i più grandi geni che la Russia abbia mai conosciuto.

L'esperimento di Pavlov, circa il 1890.

Ci faceva infatti gli esperimenti coi cani Pavlov. Ma in cosa consistettero gli esperimenti dello scienziato?

Pavlov iniziò a servire ai suoi cani della carne solo dopo avervi associato il suono di una campanella sicché le bestie prontamente stimolate iniziassero a produrre saliva in preparazione al pasto.

Uno dei cani di Pavlov, bello che impagliato, con ancora il dispositivo di misurazione della salivazione alla bocca. Pavlov Museum.

Reiterando l'associazione suono-cibo mediante lo stimolo, il fisiologo, non faceva che rinforzare il comportamento dei cani arrivando a un punto in cui il solo suono della campanella (senza la presenza di cibo) diventava in grado di provocare salivazione.

"Stupido cane!" verrebbe da esclamare - ricordando Giustino di Leone il cane fifone - se non fosse però che i cani non sono gli unici ad essere stupidi e che al solito ci debbono andare di mezzo pure gli umani.

Watson spaventa il piccolo Albert con un giornale infuocato. Elementare, Watson. 1920.

Il piccolo Albert non aveva nemmeno compiuto un anno che già metà della sua vita l'aveva passata in ospedale. Quando ebbe compiuto 8 mesi, il dottor John Watson, irredento positivista che condannava tanto la psicologia da laboratorio, artificiosa e lontana dall'esperienza reale e quotidiana, quanto quella da lettino, più prossima alla letteratura che alla scienza, gli somministrò dei veri e propri test sperimentali per studiarne il comportamento. Tentava di indurre nel bambino terrore e di farlo nella maniera più disparata: giornali infuocati, forti rumori, cani, scimmie e conigli.

Ad Albert era poi concesso di giocare con un topolino bianco. Stando a quanto scritto nelle osservazioni protocollari, il bambino reagiva positivamente, vi allungava la mano, vi si protraeva col corpo, salvo poi tornare indietro. Crudelmente si cominciò ad associare alla presenza del topolino il suono di una forte barra metallica battuta con violenza sicché il bambino, sciaguratamente stimolato, iniziasse a piangere allontanandosi dal topolino e rannicchiandosi. Alla decima osservazione protocollare è possibile leggere:

«Non appena viene mostrato il topo il bambino comincia a piangere. Quasi immediatamente si gira verso sinistra, cade sul lato, si mette a gattoni e comincia a allontanarsi così rapidamente che viene fermato a fatica prima di raggiungere il bordo del tavolo».

Esattamente come coi cani di Pavlov, si arrivò in un punto in cui il bambino alla sola visione del topo e in assenza di suoni terrificanti iniziasse già a piangere. Il fatto che l'esperimento sia stato condotto cento anni fa non lo rende meno crudele, tuttavia fu cruciale per la storia della psicologia.


Il comportamentismo

L'esperimento di Pavlov e l'esperimento di Watson sono solo due fra il migliaio di esperimenti che sta alla base del comportamentismo. Il comportamentismo o behaviorismo o psicologia comportamentale è un approccio alla psicologia che rifiuta il vissuto mentale. Termini come mente, coscienza, anima sono da elidere poiché troppo vaghi e non empirici. Per i comportamentisti la mente non esiste (secondo un approccio eliminativista) e qualora dovesse esistere non conterebbe poiché sarebbe impossibile farne un'analisi quantitativa. La psicologia deve dunque limitarsi al solo studio dei comportamenti esteriori poiché osservabili e misurabili.

Tra il 1914 e il 1930 John Watson pubblicò in ordine Behavior: an Introduction to Comparative Psychology, Psychology from the Standpoint of a Behaviorist e Behaviorism gettando le basi della disciplina: ne è infatti riconosciuto come padre nonostante i fisiologi russi lo avessero anticipato.

Eliminare la mente e la coscienza implica eliminare qualsivoglia istanza di autodeterminazione e più in generale di libertà: nessun organismo è veramente libero. Escluso il libero arbitrio, gli organismi danno solo risposte R a determinati stimoli S (è il motivo per cui il comportamentismo è spesso chiamato "Psicologia S-R") risultando dunque condizionabili in via assoluta. Watson infatti era solito dire:

«Datemi una dozzina di bambini sani, ne potrei fare dei buoni dottori, magistrati o artisti».

Proprio l'infanzia, secondo il paradigma comportamentista, è un momento cruciale in quanto mediante il condizionamento attraverso stimoli e risposte è possibile generare riflessi incondizionati nei bambini poi alla base dell'apprendimento.

Burrhus Skinner, Robert Woodworth, Raymond Bernard Cattell, Klark Hull furono ulteriori esponenti del comportamentismo e del neo-comportamentismo: apportarono revisioni e introdussero concetti come le variabili individuali capaci di restituire più risposte (R1, R2 ... Rn) ad un singolo stimolo S rendendo più complessa la funzione S → R. Il movimento godette di discreta popolarità e influenzò l'intera cultura della prima metà del Novecento fino all'avvento delle nuove teorie cognitiviste, della neuropsicologia e delle neuroscienze.


ATTO II

Raymond Scott, ingegnere e musicista

Un giovane e studente Raymond Scott.

Raymond Scott, all'anagrafe Harry Warnow, nacque a Brooklyn nel 1908. Aveva due passioni apparentemente inconciliabili: l'elettronica e la musica. Proprio mentre John Watson dava alla luce il comportamentismo, Scott studiava ingegneria elettronica ed elettrotecnica portando comunque avanti gli studi di piano, composizione e solfeggio al conservatorio: non sapeva scegliere. Erano anni di grande fervore culturale e non solo in psicologia: il celebre matematico Alan Turing stava scrivendo lo storico articolo On computable numbers introducendo il famoso concetto di Macchina di Turing e l'ingegnere della NEC Akira Nakajima iniziava ad applicare il sistema binario ai circuiti a switch (algebra booleana) poi ripreso dall'ingegnere - padre della Teoria dell'informazione - Claude Edwood Shannon.

Il Raymond Scott Jazz Quintette.

Scott dovette però scegliere. Ottenne il diploma al conservatorio e nel 1934 già lavorava nell'orchestra della CBS come pianista. Fu lì che cambiò nome. Era stato suo fratello Mark, direttore d'orchestra, a introdurlo alla CBS e volle dunque evitare spiacevoli conflitti di interesse. Si annoiava molto Raymond e dopo due anni, mentre Turing suggellava le fondamenta dell'informatica, abbandonò l'orchestra e dette vita con altri 5 ammutinati della CBS al Raymond Scott Quintette. Il fatto che effettivamente fossero sei ha poca importanza. Scott era una contraddizione vivente. Le sue esibizioni erano singolari. Non c'era lo spartito ma non si improvvisava: i membri della band dovevano eseguire fedelmente e ad orecchio, come fossero macchine, le linee da lui composte al piano. Esecuzioni stravaganti, composizioni inquietanti e ambiguità nei titoli ne sancirono il successo. Il quintetto divenne un'orchestra e nel giro di qualche anno Scott lavorava per la Columbia, componeva colonne sonore per i film di Hitchcock e soprattutto curava il cartoonesco e indimenticabile sonoro di Duffy Duck, Porky Pig, Bugs Bunny e Willie il Coyote.

Erano ormai quasi gli anni Cinquanta e Norbert Wiener, allievo di Bertrand Russell e David Hilbert, mentre lavorava al MIT dava l'avvio alla cibernetica; Shannon era divenuto effettivamente padre della Teoria dell'informazione e Von Neumann aveva elaborato un'architettura per computer capace di portare nella realtà la Macchina di Turing: era nata l'informatica. Raymond Scott non poteva starsene con le mani in mano: dalle tastiere del pianoforte alle tastiere dei computer il passo è breve.


Manhattan Research Inc. e la nascita della musica elettronica

L'idea di Scott era quella di automatizzare la musica. Non intendeva snaturare la musica, spodestarla per poi idolatrare l'elettronica: non voleva instaurare il culto della macchina. Scott vedeva nell'elettronica e nell'informatica un ruolo ancillare, subordinato rispetto alla musica. Lo strumento elettronico doveva servire alla musica. Iniziò a lavorare a sistemi elettro-meccanici per la creazione del suono e sistemi totalmente elettronici come equalizzatori, banchi mixer, effettistica varia per generare riverbero ed eco. Stufo di costringere i suoi musicisti ad eseguire come automi le sue tracce programmò la cosiddetta "Macchina orchestra" per l'esecuzione meccanica ed automatica delle linee che componeva. Mandare in radio queste composizioni non era tuttavia ancora sufficiente.

Avventato e paranoico Scott iniziò a investire tutti gli introiti della carriera di compositore nella realizzazione di un laboratorio/studio di registrazione, chiamato Manhattan Research Inc, che potesse finalmente unire le sue due passioni. Scott, a differenza di Karlheinz Stockhausen o John Cage, non pensava ad una musica accademica bensì ad una musica pop. I pubblicitari di IBM, Sprite, Pepsi, Nescafé, GM, Ford intuirono le potenzialità di quei suoni e l'apertura di Scott e commissionarono la composizione di musica per numerosi spot. All'interno del Manhattan Research era possibile trovare drum-machine, macchine programmabili per linee di basso, oscillatori in tensione, tastiere elettroniche e veri e propri sintetizzatori. Lo stesso Robert Moog - erroneamente accreditato come inventore del sintetizzatore - dice di essersi ispirato a Scott, di cui era profondo estimatore, dopo averlo visto lavorare ad un macchinario nel 1953: il Clavivox. Scott si circondò di macchinari dai suoni e dai nomi ancor più strani come l'Electronium, Karloff, Bandito the Bongo Artist, Wall of Sound, Videola, Bassline Generator.

Raymond Scott sfoggia fieramente il suo Clavivox.

Dal comportamentismo alla musica elettronica

Deve indubbiamente deve essersi fatto sedurre dalle carezze e dalla malia della cultura della sua epoca Scott quando, da folle qual era, decise impegnarsi nel malato progetto Shooting Sounds for Baby. In un delirio algoritmico si era convinto che fosse possibile indurre determinate reazioni nei bambini sottoponendoli all'ascolto di determinati stimoli: ovviamente i suoni prodotti dalle macchine. Nel 1962, in collaborazione con la fondazione no-profit Gesell Institute of Human Development, impegnata nell'educazione infantile, Scott iniziò a comporre per Epic Records un set di tre album di musica elettronica pensati per suscitare calma negli infanti come se fosse un esperimento comportamentista, una sorta di "giocattolo sonoro" da accompagnare a momenti cruciali durante l'infanzia come alimentazione, dentizione, gioco, sonno e irritazione. I tre volumi erano pensati specificamente per 3 fasi della crescita: da 1 a 6 mesi, da 6 a 12 mesi, da 12 a 18 mesi.

Non serve troppa cultura musicale per immaginare quali furono gli esiti nefasti del progetto: un disastro stroncato dalla critica e dalle vendite e ritirato dal mercato nel giro di qualche mese. Alcune recensioni lo definirono "skull splitting" e cioè, letteralmente, "spacca-cranio". Non poteva in alcun modo far addormentare i bambini e non perché non funzionasse la funzione comportamentista S → R quanto perché proprio lo stimolo S in questione tutte le reazioni stimolava fuorché il sonno. L'idea infatti non è folle se si pensa che ancora oggi vengono vendute e streammate intere compilation di white noise, pink noise, suoni a determinate frequenze per indurre concentrazione, calma, sonno. Insomma Scott, come accade sempre a chi osa, per una volta sbagliò.


Un finale imprevisto

Uno Scott ormai grandicello rintanato nel suo laboratorio/studio durante gli anni Sessanta.

Scott cadde in rovina oltre che in un dimenticatoio peggiore di quello riservato al comportamentismo. Si auto-condannò ad un oblio fatto di povertà tra infarti (che lo resero disabile dalla metà degli anni Ottanta) e paranoie. Temeva ad esempio che la sua musica fosse ostracizzata perché "troppo ebrea". Chiuso nel suo laboratorio passò gli anni '70 e '80 lavorando all'Electronium che arrivò a definire un "membro della sua famiglia" spendendovi, oltre che milioni di dollari, 11 anni della propria vita. Di stramberie, aneddoti e visioni di un genio ne parla il figlio Stanley Warnow nel documentario biografico Deconstructing Dad: The Music, Machines, and Mystery of Raymond Scott del 2010.

Tuttavia se è vero che mai nessun bambino abbia anche solo ascoltato Soothing Sounds for Baby, questi tre volumi rappresentano una pietra miliare della musica elettronica e sono stati apprezzati da numerosi e illustri adulti. Le atmosfere rarefatte, stranianti e minimaliste, l'incedere dell'elettronica, l'estetica retrofuturista, la ripetitività di quei tre album ha influenzato la successiva generazione di compositori ambient come Brian Eno che nel 1975 pubblicò Discreet Music aprendo ufficialmente un movimento dagli statuari esponenti come Steve Reich e Philipp Glass. Non solo. Mentre Scott si intestardiva sul gigantesco e vetusto Electronium, fuori dal suo studio computer e dispositivi sempre più piccoli si impadronivano della scena musicale anche e soprattutto a livello popular con i Kraftwerk e Gershon Kingsley, esponenti forse di quell'electro pop che il giovane Scott aveva in mente. Ma d'altronde si sa, la musica è come il maiale: non si butta via niente.

Tra cani, topi e maiali sembra di stare allo zoo, anzi, sembra di stare a Thoiry ed è meglio chiudere qui.


P.S. Nel 2017 Basta ha rimasterizzato i tre dischi di Soothing Sounds for Baby, così, per chi volesse farsi male.


Approfondimenti, fonti, roba per nerd e persone pazienti:

[1] I cani di Pavlov: https://www.stateofmind.it/2016/06/pavlov-gantt-esperimenti/;

[2] Il piccolo Albert: https://www.stateofmind.it/2016/01/il-piccolo-albert-esperimento-psicologia/;

[3] Splendido ritratto di Raymond Scott: https://www.debaser.it/raymond-scott/soothing-sounds-for-baby-volume-1-1-to-6-months/recensione;

[4] Film documentario su Raymond Scott: https://www.villagevoice.com/2012/07/11/deconstructing-dad-the-music-machines-and-mystery-of-raymond-scott/;

[5] Soothing Sounds for Baby: https://thevinylfactory.com/features/raymond-scott-soothing-sounds-baby/.

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